Un’altra tappa del progetto “Il Giardino di Ngali 2” in Ghana per migliorare la qualità del sistema di accoglienza dei minori e sensibilizzare a un approccio integrato nell’ambito della protezione infantile.

Spesso quando si parla di cooperazione allo sviluppo in Africa, è facile credere che ogni azione messa in campo si ponga in un’ottica unicamente assistenzialista, come se portare aiuti e progetti in taluni luoghi e presso alcune popolazioni fosse una sorta di “beneficienza” calata dall’alto.
Chiaramente, si tratta di una visione semplicistica, vecchia e totalmente distante dalla realtà. D’altra parte, il nome stesso “cooperazione” fa subito intendere come si tratti di un lavoro portato avanti insieme, per l’appunto cooperando, l’uno in supporto dell’altro, reciprocamente.
SOS Bambino I.A., come capofila del progetto e tuti i partner de “Il Giardino di Ngali 2” ne sono pienamente coscienti. Questo è l’approccio per esempio, in Ghana, da cui arriva una storia significativa da Ai.Bi. – Amici dei Bambini – ente partner del progetto nella regione.

 

La formazione degli operatori sociali

Nel contesto del progetto Ghana: “Il giardino di Ngali 2”, finanziato dalla CAI e, per alcune attività, anche con il contributo della Provincia Autonoma di Bolzano, Amici dei Bambini sta lavorando alla formazione degli operatori sociali che quotidianamente seguono i bambini fuori famiglia ospitati in istituti disseminati in ben 11 distretti della “Central Region”.

All’ultimo incontro di formazione hanno partecipato circa 50 operatori, tra i quali 10 caregiver, provenienti da 3 orfanotrofi, e 40 operatori del DSW (Department of Social Welfare). Durante la formazione, avvenuta utilizzando la lingua locale della “Central Region” per cercare di andare incontro alle esigenze di tutti, i partecipanti si sono dimostrati molto interessati e hanno esplicitato un’ottima capacità di collaborazione e condivisione.

I temi all’ordine del giorno hanno riguardato il processo di riunificazione familiare, le norme sulla tutela e sui diritti dell’infanzia e le norme sull’adozione in Ghana.

I referenti di Ai.Bi. hanno confermato un clima molto sereno e propositivo, in cui gli operatori hanno dimostrato voglia di condividere le proprie competenze, interesse nel conoscere nuove procedure, desiderio di avventurarsi in nuove esperienze e, soprattutto, l’esigenza di mettere in comune le competenze facendo il più possibile squadra.

Questa è Cooperazione!