Per realizzare le esperienze necessarie ad una Capacity Building, come da progetto, il giorno 20 marzo sono arrivati in Italia 2 medici e 2 infermieri dell’Ospedale di Bor di Bissau, partner operativo di progetto ed interessati a questa importante prima fase di formazione.
Subito il giorno successivo al loro arrivo sono stati accolti presso la Direzione Sanitaria dell’Ulss 5 di Pordenone sempre accompagnati dal primario dr. Roberto Dall’Amico, primario di pediatria, per le procedure amministrative di accettazione, la consegna delle divise e la destinazione di formazione secondo le specialistiche concordate con l’ospedale di Pediatrico Sao Jose Em Bor di Bissau e previste per l’appunto, dal progetto.
Il programma formativo prevede infatti la presenza presso la struttura ospedaliera di Pordenone ed in particolare nelle singole specialistiche, attività di studio e tirocinio pratico.
In base all’esperienza dei partecipanti alle necessità rilevate e alle aspirazioni gli specialisti sono stati assegnati uno in Chirurgia, due in Pediaria ed uno in Ginecologia. Fino al 29 marzo hanno frequentato i rispettivi reparti impratichendosi nelle modalità operative, nella lingua italiana e creando le necessarie relazioni con l’équipe di accoglienza e operativa.
Dal giorno 1 aprile sino al 4 dello stesso mese hanno partecipato ai lavori presso la sede di Vicenza per prendere visione degli aspetti sanitari relativi ai minori a partire dalle cartelle mediche dei bambini in adozione ma non solo. Oltre a prendere contatto con lo staff della sede nazionale dell’Ente è stato possibile prendere visione della rete sanitaria organizzata dai medici pediatri che collaborano da anni con SOS Bambino I.A.
Nei giorni successivi è continuata la frequenza presso l’ospedale di Pordenone avendo anche la possibilità di incontrare e discutere di alcuni casi con il pediatra dcon il dottor Roberto Faggin della chirurgia pediatrica della clinica universitaria di Padova.
Il 29 aprile il projet manager de “Il Giardino di Ngali2”, il dottor Angelo Vernillo e la vicepresidente dell’Ente capofila Egles Bozzo hanno fatto un sopraluogo sul posto incontrando così il dottor Dall’Amico che ha descritto l’avanzamento dello stato della formazione sul posto e degli apprendimenti nei singoli reparti di frequenza.
In questo momento di condivisione e verifica sono stati evidenziati i risultati raggiunti con gli interessati si è constatato di avere la comune idea della necessità di prolungare la permanenza in Italia. Infatti al fine di raggiungere in pieno l’obiettivo del progetto su questo aspetto della formazione e cioè di rendere i medici e gli infermieri a loro volta formatori verso i loro colleghi rimasti in Guinea si è condivisa la necessità di aumentare il tempo di studio e frequenza qui in Italia portandola da 20 a circa 60 giorni.